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Castelluccia, il fortilizio longobardo

    Nei miei articoli ho spesso citato la Castelluccia di Battipaglia spalmandola per varie date del basso medioevo come centro di accadimenti per dimostrare la presenza di villaggi nell’area battipagliese.

    Questa volta invece voglio tentare di costruire la struttura del primo fortilizio medioevale che costituiva il nucleo del castello.

    Per ottenere una ricostruzione attendibile inizio col basarmi sul modus operandi dei longobardi per la realizzazione di fortilizi più o meno grandi.

    In origine quindi i longobardi costruivano le loro residenze e le fortificazioni in legno con tetti di paglia questo perché, essendo in origine nomadi, potevano smantellare il campo/villaggio per una nuova locazione.

    Lo stesso discorso valeva per gli acquartieramenti delle guarnigioni, una palizzata veniva realizzata su un terrapieno (l’area del terreno rimosso per la realizzazione costituiva un fossato perimetrale), all’interno della palizzata venivano costruite una o più capanne e una torretta su cui si appostava una vedetta, lo spazio interno della palizzata, denominato in seguito corte, era occupato in parte da stalle, carriaggi, depositi e anche qualche recinto per gli animali da cortile.

    Questo però avveniva nei primi periodi della conquista longobarda dell’Italia e quindi principalmente al nord, nel ducato di Benevento, creato in epoca più tarda i fortilizi venivano eretti in cima a colline o speroni di roccia dove si poteva controllare il maggior territorio possibile, non di rado venivano riutilizzati vecchi forti romani dopo averli rinforzati e muniti di almeno una torre in pietra.

    Queste torri erano il cuore del forte, l’accesso era posto ad un livello superiore rispetto al terreno e agibile solo per mezzo di una scala removibile in legno, il piano posto a contatto con l terreno era utilizzato da magazzino per le derrate e, all’occasione, come prigione, i livelli superiori (in genere tre) erano utilizzati come alloggi per la guarnigione.

    In definitiva, quindi, erano soprattutto strutture militari destinate al controllo e alla difesa del territorio mentre l’uso residenziale dei castelli iniziò dopo la caduta del dominio longobardo.

    Dopo aver analizzato gli usi longobardi sulle caratteristiche dei fortilizi analizziamo la struttura del sito della Castelluccia di Battipaglia, il sottosuolo è costituito da una compatta formazione di arenaria e in particolare lo spiazzo che ospita l’impianto originario ha una conformazione pentagonale che una volta liberata permette di legare il suolo con l’eventuale muro da erigere.

    Per una maggiore osservazione del territorio (l’area della piana di Battipaglia e la bassa valle del Tusciano) sono necessarie due torri di media altezza, una che costituisce il donjon o mastio e l’altra una semplice torretta di osservazione.

    Il donjon fu costruito in modo da poter osservare la piana in quanto era la più probabile direttrice di arrivo delle scorrerie saracene e anche perché, essendo l’ultima linea di difesa del fortilizio, era in posizione protetta.

    Basandomi su queste considerazioni ho potuto ricostruire il fortilizio originario dell’impianto che oggi forma la Castelluccia di Battipaglia.

    le foto successive mostrano a sinistra la posizione del castello (prima della ristrutturazione) e a destra la ricostruzione del fortilizio originario rispetto alla foto, ripeto, non esistono foto o immagini del castello originario, le mie si basano su osservazioni soggettive.

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