Piangi Battipaglia.
Ancora una volta questa città deve registrare la perdita di un altro tassello della sua storia, un’altra testimonianza del passato è stata violentata dall’incapacità dell’uomo moderno a gestirla.
Sul fiume Tusciano “esisteva” l’ultimo degli antichi ponti usati dai nostri antenati, era denominato Ponte dell’Abate o Ponte di Santa Giustina a 500 metri dalla foce ed era sul passaggio dell’antica Via Elina che da Salerno attraversava Paestum per poi raggiungere Velia attraverso il Cilento.
La caratteristica di questo ponte era la costituzione a doppia capriata diseguale, fu ristrutturato dal principe Marcantonio Doria nel 1729 che lo utilizzava per raggiungere la Torre delle Grotte che sorgeva nei pressi del fiume.
Esisteva perché oggi quel ponte è crollato, la capriata maggiore ha ceduto per cause ancora da accertare anche se facilmente intuibili ma anche se lo si ricostruisse la struttura perderà le sue caratteristiche storiche.
Ultimamente lungo il corso terminale del fiume sono stati effettuati dei lavori di consolidamento delle sponde e il ponte, sul lato destro della riva è stato ampliato di un’ulteriore capriata, orribile imitazione di quelle esistenti, per consentire il libero deflusso delle acque nei periodi di piena eccezionale.
Per secoli il ponte ha tenuto egregiamente le piene del fiume senza subire danni rilevanti, eppure è crollato non per colpa di una piena.
Abbiamo perso già la Torre delle Grotte, le ville romane le necropoli, la Via Annia Poppilia e ora il Ponte dell’Abate.
Nel territorio cittadino annoveriamo ancora poche testimonianze del passato visibili come le masserie, la Castelluccia, San Mattia, l’acquedotto e altre testimonianze del passato e sono tutte in serio pericolo di stabilità.
Quanti giorni mancano per registrare il prossimo crollo?