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Follia eretica

Ci sono volte che non manco di definirmi eretico, lo sono quando cerco di definire delle condizioni storiche diverse da quelle ufficiali.

L’eresia storica impone alla ricerca una decisa impronta documentale fatta non solo di dicerie ma basata sulla rilettura critica di testi e sull’analisi dei toponimi e dei luoghi.

Non mancano in ogni caso che mi vengono lanciati contro commenti del tipo “e a me che me ne frega!” oppure “ma chi te lo fa fare?”.

In questa società dove i valori fondanti sono impressi nell’adorazione delle divinità economiche e pressapochiste mi sento di essere una voce fuori dal coro per il perseguire principi di vita che fondano nella memoria dell’uomo il destino del proprio futuro.

Piuttosto che legarmi all’eterea e illogica corsa verso il baratro cognitivo a cui si è indirizzati preferisco mantenere nella lucida follia che mi pervade un piede poggiato sui fondamenti della nostra, della mia storia, perché ho la forte consapevolezza di essere nel giusto (solo i folli ce l’hanno).

Ebbene si, sono un folle, un essere che non segue gli schemi preprogrammati che la società impone a suoi membri, non accetto che leggende metropolitane possano intaccare il mio bagaglio per favorire questa o quella corrente di pensiero, non seguo in ogni caso storielle che io stesso non sia stato in grado di dimostrarne la veridicità.

La lettura storica è basata sul confronto di varie fonti che spesso cozzano tra di loro con fragore assordante, nel mio piccolo mondo si cerca di estrapolarne l’assoluta verità per meglio capire le ragioni delle parti e l’effettiva portata degli eventi, questo lavoro che svolgo in assoluta gratuitità è destinato ad essere dapprima una ricchezza culturale del mio bagaglio e, a voi piacendo, una nuova prospettiva di lettura.

Non chiedo quindi riconoscimenti, la follia delle mie azioni non meritano in alcun modo premi, non chiedo gloria o oro, non chiedo apprezzamenti, sono solo un folle alla ricerca di Utòpia, se volete leggermi fatelo pure, criticatemi, insultatemi se volete, ma se non vi è fondamento nelle vostre parole evitatele, perché esse non potranno che scivolare oltre il piano unto della mia follia.

Se la tua verità discosta dalla mia per me non è un mio problema, essa potrebbe divenire terreno di confronto in un dibattito tra partiti presi solo nel caso di interlocutori validi, non accetto discussioni con estremisti legati a leggende metropolitane o idiozie mediatiche.

Lo faccio solo ed esclusivamente perché della mia terra voglio raccontarne la vera essenza, le voci di corridoio hanno fatto e fanno ancora molto male al Sacro Suolo che mi vide i natali, i pressapochisti potranno anche definirmi ascaro ma in realtà sono loro a danneggiare l’immagine già corrotta del mio popolo.

Io sono un Duosiciliano, discendente di fieri Duosiciliani, nel mio DNA vivono i Lucani, i Longobardi, i Normanni e tutti i popoli che hanno vissuto sulle terre prima di me.

Io amo la mia terra, guai a voi che la denigrate o ne alterate la verità, duosiciliani o no che siate.

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