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Salerno (1)

    Vi racconterò di Salerno, di quella che fu il gioiello del Mediterraneo, luce di cultura in un Europa sprofondata nella barbarie dopo che i latini ebbero cattiva sorte con la fine dell’impero.

    Questa città conobbe con il suo entroterra e l’ampia pianura esposta a sud-est ogni sorta di civiltà occidentale conosciuta e in modo rapido percorrerò i secoli che sono trascorsi sotto questo cielo.

    L’origine di questa città si perde nelle nebbie del tempo, qualcuno la vuole fondata dagli etruschi, altri dagli elleni che seguirono i tirreni sulle nostre spiagge.

    Di certo però che nel 560 AC sotto il consolato di Publio Cornelio Scipione e Tito Sempronio Longo assunse il ruolo di colonia romana abbandonando quello di città federata e inoltre divenne meta di vacanze e cura di molti nomi illustri (voglio citare tra le varie note il consiglio che Antonio Musa elargì a Orazio Flacco sul luogo per la cura degli occhi).

    Salerno in ogni caso ebbe un ruolo marginale nelle politiche romane, questo ruolo crebbe nel medioevo quando la calata dei longobardi giunse fino a queste terre.

    Entrò a far parte del Ducato di Benevento nel corso del governo di Arechi I (591-640) che la sottrasse ai bizantini insieme a tanti altri territori e fu sede di gastaldato, la città crebbe e il porto divenne centro di commerci nonostante che i longobardi non amassero le vie marittime.

    Maggiore importanza l’ebbe quando il principe Arechi II depose la corona di Duca per cingersi dell’autorità regale di Principe dopo che il re franco Carlo Magno depose il re longobardo Desiderio e assunse il controllo della Longobardia nel settentrione.

    [wpedon id=”8864″ align=”left”]Nel 786 Carlo assediò la città di Benevento ma la corte principesca si era trasferita nel frattempo a Salerno nel nuovo Sacro Palazzo e le possenti mura fatte rinforzare dal principe davano una buona possibilità di difesa.

    Con un accordo Carlo e Arechi evitarono un confronto diretto e il principato continuò a prosperare, formalmente la sede restò Benevento ma per molti anni la sede restò a Salerno che fu rinforzata nelle difese e abbellita di nuovi edifici.

    La corte tornò poi nella città sannita e fino all’avvento di Sicardo il principato non subì eccessive incrinature fino a quando nel 839 fu trucidato dai suoi stessi domestici, il territorio si divise in due seguendo le fazioni di Siconolfo a Salerno e di Radelchi a Benevento.

    Per contrastare il rivale Adelchi chiamò in alleanza i saraceni del Nord-Africa e di conseguenza Siconolfo quelli di Spagna.

    I nuovi alleati trasformarono l’intervento in saccheggi e massacri tra cui un sacco alla città di Roma e fu solo l’intervento dell’imperatore Ludovico II pose termine alla lotta nell’851.

    Nacquero in tal data due entità statali separate: il principato di Benevento e quello di Salerno con a capo i due contendenti.

    Gli anni successivi non mitigarono i rapporti tra le due corone, neanche il tentativo dei saraceni di Abd Allah nell’872 di conquistare il sud dell’Italia li vide uniti nella difesa, i due principati, una colonna venne annientata dai beneventani mentre il grosso degli invasori cingeva d’assedio Salerno governata dal principe Guaiferio che vennero trucidati sull’isolotto di Cavallaria nei pressi della città (Cavallaria era un isolotto a pochissimi metri dalla riva che da quel giorno venne chiamato Carnale e oggi è un’altura che ospita una torre aragonese che ha subito altre modificazioni nel tempo).

    Narra l’Anonimo Salernitano che a rafforzare le difese della città intervennero i capuani sul versante occidentale, i salernitani su quello settentrionale e su quello orientale i tuscianensi e fu proprio questo il versante che subì il maggior impeto saraceno.

    Alle spoglie dei santi Caio, Ante e Fortunato messe in salvo entro le mura nell’872 si aggiunse il corpo dell’Evangelista Matteo traslate da una chiesa del Cilento nel 954 e conservate oggi nella cripta del duomo.

    Il principato, come identità politica, restò in auge fino al 1076 e Gisulfo II l’ultimo ad indossarne la corona ferrea, l’assedio che il duca normanno Roberto il Guiscardo pose alla città diede il colpo di grazia allo stato longobardo che divenne ducato normanno fino al 1139 quando tutto il sud Italia divenne Regno di Sicilia.

    Oltre alla storia politica e militare del principato è da notare che la città di Salerno divenne centro di commerci, arte, scienze e cultura, come avevo detto in precedenza un faro nella barbarie in cui era caduta l’intera Europa.

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