Britonio Gerolamo nacque infatti a Sicignano nel 1491 e li visse fino al 1519 quando si trasferì a Napoli e parafrasando Alessandro Zilioli “dalla sua patria partitosi per provare nelle Città grandi con quelle virtú che aveva imparate, d’innalzar, se poteva, la sua fortuna” dapprima sotto l’ala protettrice di Giulio Caracciolo e poi presso Francesco Ferrante, marchese di Pescara.
Presso il Ferrante conobbe la marchesa Vittoria Colonna che lo introdusse nel cenacolo letterario di Ischia in compagnia di Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto, Iacopo Sannazzaro, Giovanni Fontana, Bernardo Tasso, Annibale Caro e Pietro l’Aretino.
Britonio oltre ad essere lesto di penna lo era di spada e infatti seguì il marchese nelle sue imprese e infatti lo troviamo nelle avanguardie imperiali durante la battaglia di Pavia del 1525 al fianco del suo anfitrione come descrive Mazzuchelli “quando il Re Francesco di Francia fu dagl’Imperiali fatto prigione, nella quale occasione fasciato d’armi sopra un gran Cavallo, e col pennacchio in testa andò prontamente nelle prime file delle battaglie col Marchese medesimo” e al termine della battaglia di adoperò a recuperare gli oggetti del re Francesco prigioniero degli imperiali meritandosi gli elogi delle due fazioni.
Quando il marchese Ferrante morì nel 1525 prese a girare la penisola dissipando il consistente patrimonio accumulato e morì a Roma dopo il 1551.
Delle sue caratteristiche fisiche si conosce solo l’accenno fatto da Annibale Caro quando descriveva il naso di Francesco Leoni “che metta in cuore al Britonio che vi faccia una naseide più grande di quella sua rotonda” mentre delle sue arti Federigo Meninni scrive “è vago con dolcezza negli affetti, e maraviglioso nelle invenzioni al pari del Petrarca, il quale fu superato in quel sonetto”, Giovanni Mario Crescimbeni afferma che Brittonio è “di bella condotta e di non poca leggiadria e cultura adornò le sue rime come fa vederne il Canzoniere nel quale si ritrova quasi tutto ciò che di buono egli scrisse” e Francesco Saverio Quadrio lo chiama “Rimator dè suoi tempi assai buono e leggiadro”.
La principale opera di Girolamo Britonio è “Gelosia del Sole” pubblicata a Napoli il 1519 contenente sonetti e canzoni e dedicata alla sua mecenate Vittoria Colonna, seguono “Dialogo Pastorale, marittimo e ninfale”, “I cantici e i ragionamenti”, “Hieronymi Britonii Siciniani Ecloga сui titulus est : Delphia quam Dolipus Pastor amat.”, “Strena Parcarum Opusculum devotissimum sub Poetico velamine”, “Trionfo de lo Britonio ne lo quäle Parthenope Sirena narra” in lingua napoletana.
In varie raccolte e canzonieri sono presenti sonetti e canzoni non presenti nelle opere indicate