In quest’area sono presenti le più alte vette della regione, i monti Cervati e il Panormo, ed è quasi sulla vetta del primo che l’uomo ha costruito un rifugio, un luogo dedito alla cura dell’anima più che del corpo, ma sulla sua origine sono fiorite leggende per lo più legate al mondo pastorale.
Il santuario immerso nella montagna è quello della Madonna della Neve, e sulla sua edificazione, come al solito, non mancano leggende per lo più derivate dalla tradizione orale pastorale.
Alcune le ha raccolte Giuseppe Colitti nel suo volume “Il tamburo del Diavolo” e tutte testimoniano la volontà della Madonna di restare sul monte piuttosto che nel paese di Sanza o Monte San Giacomo e quindi ogni qualvolta si forzava il trasferimento essa tornava da sola nell’anfratto di rocce.
A poca istanza dalla grotta c’è il santuario la cui parte più antica venne edificato prima del X secolo mentre la restante parte è del XVI.
[wpedon id=”8864″ align=”left”]E così, la mattina del 26 luglio alle 2 e mezza uno scampanio continuo fa da richiamo ai fedeli per la Santa Messa alla chiesa di S. Maria Assunta, prima della partenza dei marunnari che con passo veloce tra due ali di fedeli s’avviano a scalare la montagna con la statua saldamente fissata in una stipa (bacheca di legno).
La statua ormai giunta viene festeggiata con canti e preghiere, rimarrà nel santuario fino al mattino del 5 agosto e fino ad allora ogni giorno si celebreranno messe, si reciteranno novene e rosari.
L’ultima notte prima della partenza è trascorsa all’addiaccio, nei pressi del santuario, un punto di fusione tra passato e presente, tra storia e fede, ritornano gli antichi pastori ad onorare la Signora della Neve, ad essa viene affidata la sorte dei sanzesi presenti o dispersi nella diaspora e che forse non avranno mai neanche la possibilità di avere come ultimo riposo la propria patria.
“Cadde ammalata un altra nostra ragazza di anni nove, circa cinque anni dopo l’altra infermità del figlio sudetto ed era tale il male, che faceva temere della vita, di guisa che la Madre, senza mia saputa fece voto alla Madonna della Neve che si venera nella montagna del Comune di Sanza, di cui è nativa mia moglie, di portarle cioè la ragazza con in testa una cosi detta, cinta «cioè un cerchio ornato di candele, secondo l‘usanza del paese. La ragazza guarì, e la madre voleva andare subito a sciogliere il voto, ma io glie lo impedii e le permisi di portare le semplici candele in offerta alla Vergine. Mia moglie portò la ragazza in Sanza, ma non sciolse il voto, volendo attendere occasione di mia assenza, per farlo come avea promesso: e rimasta la ragazza coi suoi parenti in Sanza, ritornò da me in San Giacomo. Passarono tre mesi, e la ragazza fu assalita da altra malattia, ed in tre giorni allo giungervi della madre che corse in fretta, morì.”