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Battipaglia: nebbie che si diradano

    Sono molti i battipagliesi che sono a conoscenza di una patente di Roberto il Guiscardo del 1080 che conferma il possesso del castello di Battipaglia alla curia salernitana.

    Ma quando il territorio di Battipaglia divenne feudo della Mensa vescovile di Salerno?

    Questa è una domanda che mi sono sempre posto perchè la patente rilasciata dal Guiscardo nel 1080 non assegna ma “conferma” il possesso di territori alla suddetta Mensa.

    Però il documento del Guiscardo in cui compare la “Castellutium de Baptipalla” è una conferma del possesso quindi dovrebbe esistere un documento precedente che assegna il territorio alla Chiesa. considerando che la denominazione “castello” inizia a definirsi con l’arrivo dei normanni che elevano a tale titolo diversi fortilizi preesistenti costruiti dai principi longobardi di Salerno e Benevento come sedi di guarnigioni difensive dei principati.

    Nelle aree pianeggianti i fortilizi longobardi venivano eretti su di un terrapieno circondato da un fossato e costituiti da una palizzata, una torre e qualche riparo per la guarnigione all’interno dell’area e solo in seguito questi fortilizi sostituirono il perimetro con strutture in pietra e malta, nelle aree collinari e montane si sfruttavano speroni rocciosi che permettevano un ampio raggio di visuale sulle zone da controllare.

    I conduttori dei fortilizi erano arimanni di grado elevato, i comites, membri del comitates ducale o principesco che forniva gli uomini della guarnigione, la struttura, il mantenimento e l’armamento degli uomini del fortino erano a carico delle genti locali che ne beneficiavano della sicurezza.

    Il territorio non veniva identificato col nome del fortilizio ma bensì col toponimo che la popolazione stessa attribuiva al villaggio.

    Tornando ai documenti su Battipaglia mi sono reso conto che nella documentazione longobarda si identificavano due tipi di toponimi, uno relativo alle città o sedi di gastaldato l’altro alle sotto-unità amministrative territoriali, i locus, per Battipaglia non bisogna cercare questo toponimo ma bensì quello della denominazione locale dell’area, quindi Tusciano.

    Nel leggere “Ricerche per le origini di Monte Corvino” di Francesco Serfilippo edito nel 1856 ho letto una sentenza del 1810 che fa dipanare le nebbie del documento che assegna Battipaglia alla Mensa salernitana.

    Leggo testualmente “Considerando che la mensa arcivescovile di Salerno abbia esibito per titolo del suo dominio un diploma di Gisulfo principe di Salerno che nell’anno 969 donò a Pietro vescovo di quella chiesa quello apparteneva al suo palazzo, e ciò ch’era sito fra i confini de’ fiumi Trauso, Cornea e Tusciano. Considerando che il diploma suddetto fu posteriormente nel 1080 confermato da Roberto Gusicardo, e la mensa ha pure esibito il diploma di tale conferma per vie può convalidare il primo suo titolo.

    Nella stessa pagina si legge ancora “La università  di Monte Corvino nella provincia di Principato Citeriore ha dimandato che la mensa arcivescovile di Salerno, la quale esige attualmente la quinta delle vettovaglie che si raccolgono dai vari fondi siti nella contrada Battipaglia “.

    Estratto della “patente” di Roberto il Guiscardo

    Quindi è la patente di Gisulfo il documento che assegna il territorio di Battipaglia alla Mensa ma in quel documento Battipaglia non viene nominata (“Usque aque de cornia usque fluvium Tusciano desuper usque serras de montibus. Simulque etiam concedimus in eodem Episcopio quantum quantoque nostri Palatii pertinentes est aut fuerit, videlicet ipsum Tuscianum nominative in capu in terra, et in Dossa, et in Scabella, in Vecessano, et in Liciniano).

    In altri documenti compare il toponimo Tusciano ma è relativa ai lasciti o alla donazione di singoli fondi del locus mentre in questo caso il principe cede alla mensa l’intero feudo che era suo demanio personale.

    Ma Tusciano esisteva già  prima di quella data, era l’anonimo salernitano a declamare che nell’anno 871 ben “2000 tuscianensi” lavorarono egregiamente al rinforzo delle difese di Salerno quando si approssimava l’invasione saracena comandata da Abd Allah, queste maestranze lavorarono alle mura orientali e al muricino oltre che alla costruzione della nuova torre orientale, la zona più esposta agli attacchi, e quelle mura non cedettero.

    Potrebbe essere quindi questo documento l’anello mancante, l’atto d’inizio della signoria della Mensa Arcivescovile di Salerno su Battipaglia?

    Non resta che scoprire quando realmente fu costruita la Castelluccia di Battipaglia, un dubbio mi pervade visto che l’area era sottoposta alla vigilanza romana delle bellicose genti di Picenza … e se sulla collina esisteva un fortino romano con una decuria di legionari di Silla?

    Io mi sono semplicemente limitato a leggere, non ho fatto altro.

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