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Il primo orto botanico

    In quanti possiedono un fazzoletto di terra nel quale curano piante ed ortaggi e nello stesso un angolo è dedicato a piantine aromatiche come rosmarino, salvia, prezzemolo e basilico? Quest’angolo di mondo lo chiamiamo orto e, immaginate un luogo simile dove piante officinali e le varie specie vengono studiate e “modificate”, ecco, in questo caso si ha un orto botanico.

    Di questi orti se ne ha conoscenza da migliaia di anni, le ricerche e le sperimentazioni hanno reso possibile lo sviluppo dell’agricoltura e della medicina, vari furono gli orti dove si coltivavano erbe officinali nel mondo antico, in Grecia, a Roma ma un vero orto botanico venne realizzato solo nel Medioevo e nel luogo dove aveva sede la più illustre scuola medica della storia: Salerno.

    Nella città tirrenica venne destinata un’area a ridosso delle mura occidentali all’utilizzo di Giardino dei semplici, ovvero un appezzamento di terreno ad uso degli allievi della Scuola Medica Salernitana per gli scopi della didattica e della ricerca.

    A “piantare” la prima radice fu Matteo Silvatico nel 1300 su un fondo di proprietà della sua famiglia, Silvatico era un Magister della scuola e come tale volle fornire ai suoi discepoli gli strumenti per conoscere tutte le piante officinali conosciute oltre alla possibilità di poter effettuare studi sulle caratteristiche di molte altre specie di piante.

    Fu lo stesso Silvatico a riferirne l’esistenza nell’Opus Pandectarum Medicinae, probabilmente l’orto seguì le vicende della scuola medica fino al 1600 quando venne acquistato da una potente famiglia nobiliare che ne modificò in parte l’orografia terrazzandolo e arricchendolo con vasche, scalinate, fontane e canalizzazioni.

    [wpedon id=”8864″ align=”left”]Non a torto l’intera struttura che oggi assume il nome di “Giardino della Minerva” è classificato nei 100 giardini d’Italia, in esso si è voluto ricostruire l’orto di Silvatico oltre alla realizzazione di un’angolo nel quale rivive la teoria galenica dei quattro umori, una delle note da inserire è che tra le varie piante è possibile ammirare la leggendaria Mandragola che leggende medioevali la porrebbero a base di molti filtri magici (la radice è come un tubero e si biforca assumendo la somiglianza di un uomo o di una donna) ma in realtà è solo un anestetizzante ma Galeno la classificava come afrodisiaco.

    Un giardino da visitare quindi, la bellezza delle realizzazioni vegetali si unisce a splendide realizzazioni architettoniche come la “fontana della Gorgone” o la “fontana della conchiglia”.

    Salerno ancora una volta mostra i suoi gioielli al mondo.

    Storia, cultura, arte e bellezza sono il passaporto di questa città e della sua provincia.

     

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