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Il Salernitano

    Raimondo D’Inzeo su Posilipo

    Si intravedono di tanto in tanto sugli stemmi meridionalisti l’immagine di un cavallo rampante, è opinione comune che sia quella del “corsiero napoletano” stupendo animale allevato nelle stalle reali della tenuta di Persano e ormai quasi estinto.

    Ma ora pongo in voi il dubbio che vi sia stato uno scambio di razza perchè nella stessa zona e in tempi più antichi veniva allevato un altro stupendo esemplare di cavallo da sella, il salernitano.

    La storia di questo cavallo è fatta risalire da studi genetici alla presenza nell’area meridionale della Piana del Sele di un campo saraceno, questi erano in continuo contrasto con i principi di Salerno che cercavano di ributtarli a mare e tra scorrerie e scontri alcuni cavalli venivano persi dagli agareni e “trovati” dalle popolazioni locali, si trattava di purosangue arabi o berberi, piccoli di statura ma robusti e veloci come il vento.

    Incrociando i cavalli orientali con razze laziali, russe, normanne, si ebbe la selezione voluta a cui fu dato il nome di cavallo Salernitano ma la definitiva definizione della razza avvenne con l’introduzione del purosangue inglese a Carditello nel 1860 (con tutti i problemi che aveva Francesco II non disdegnava di migliorare le razze degli armenti del Regno).

    Un passo indietro allora per meglio definire la storia di questi equini, nel 1450 erano già presenti nel Principato Citra e in modo particolare nella Piana del Sele allevamenti di cavalli adatti al traino di carrozze e da sella che provenivano da incroci tra i cavalli saraceni, normanni e francesi e destavano già l’ammirazione di tutta l’Europa per l’eleganza e il portamento e solo l’introduzione dell’anglo diede il definitivo blasone alla razza.

    Delle caratteristiche particolari del Salernitano se ne avvidero anche i Savoia che abbandonarono i brocchi che utilizzavano per far montare in groppa allo stallone campano la cavalleria italiana fino al termine del primo conflitto mondiale.

    La razza è ancora oggi utilizzata per eventi sportive con un medagliere di tutto rispetto anche olimpioniche.

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    Il Salernitano, sebbene sia energico e nevrile è molto tranquillo, ubbidiente e intelligente adatto per l’ippoterapia e il turismo equestre oltre che la pratica sportiva.

    Posillipo, Merano e Fiorello sono i nomi di tre degli esemplari che maggiormente hanno contribuito a colmare il paniere delle medaglie di questa razza (Posillipo era il cavallo che ha condotto Raimondo D’Inzeo alla conquista delle sue medaglie, e chi non conosce Raimondo D’inzeo!).

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