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Nasce il Regnum Siciliae

    In meno di 80 anni i normanni, gente guerriera che giunse da un paesino della Normandia francese divennero signori del mezzogiorno d’Italia scalzando longobardi, bizantini e arabi.

    Dal loro arrivo, nel 1035 tutto un mondo venne sconvolto a loro favore, si erano rivelato oltre che bravi guerrieri anche valenti politici intessendo reti diplomatiche e alleanze ma circondandosi anche di accaniti avversari.

    Il dominio normanno era momentaneamente diviso in due, Guglielmo ha i domini sul continente mentre Ruggero I detiene la Sicilia.

    Nel 1105 ad assumere il potere nell’isola è Ruggero II alla giovanissima età di 10 anni, ovviamente non avendo l’età per governare la reggenza era affidata alla madre Adelasia di Monferrato che impose al giovane un gruppo di precettori severi che gli insegnarono il latino, il greco e l’arabo oltre alla preparazione alle armi e al governo.

    Questa dura preparazione fecero si che, raggiunta la maggiore età nel 1112, il giovane Conte di Sicilia potesse dimostrare saggezza e autorità oltre alla capacità di poter condurre le sue armate in battaglia.

    Un primo contrasto lo ebbe col cugino Guglielmo ma venne appianato dal pontefice Callisto II e in cambio di uno squadrone di cavalleria Ruggero ne ebbe in cambio la Calabria, e questo avvenne nel 1121. Ruggero II allora oltre alla Contea di Sicilia e al Principato di Salerno ottenne la Calabria e venne riconosciuto anche come Duca di Puglia e di Calabria oltre al dominio su Amalfi, Gaeta, Taranto, Capua, Abruzzi e parte di Napoli ma solo formalmente divenne “de facto” signore di questi domini solo dopo la morte di Guglielmo nel 1127, nel reclamare i domini sbarca sul continente e conquista dopo strenui combattimenti Amalfi e Salerno dove viene incoronato.

    Lo spettro di un forte stato normanno ai confini con la Santa Sede indusse il papa Onorio II a promuovere una crociata contro Ruggero II che fallì miseramente con la successiva benedizione del normanno a Benevento nel 1128.

    Una nuova riconferma dei titoli avvenne nel settembre del 1129 rilanciando una campagna interna per riacquistare il potere ducale ove era venuto a mancare.

    Il problema ora era quello di conciliare l’elevato numero di titoli assegnati al singolo “dux”, Ruggero II di Sicilia dominava oltre l’isola l’intero meridione d’Italia, un territorio immenso che aveva numerosi corti da gestire e controllare, cominciava così a farsi avanti l’idea di unificare i territori sotto un’unica corona.

    L’occasione Ruggero la colse con la lotta per la successione pontificia tra Innocenzo II e Anacleto II, Ruggero appoggiò il secondo e il 27 settembre 1130 una bolla di Anacleto elevò Ruggero II al titolo di Re di Sicilia mentre l’incoronazione avvenne a Palermo il 25 dicembre dello stesso anno.

    L’alleanza con l’antipapa Anacleto portò Ruggero a combattere una lunga guerra decennale, Innocenzo II dalla sua aveva l’abate di Citeaux, Bernardo di Chiaravalle induttore di una forte coalizione nella quale conversero anche Luigi VI di Francia, Enrico I d’Inghilterra e l’imperatore Lotario III del Sacro Romano Impero.

    Sul fronte meridionale fece da fulcro Rainulfo che capitanò una coalizione di feudatari ribelli che occupò dapprima Benevento e poi si scontrò col Ruggero nei Pressi di Scafati il 24 luglio 1132. Il Re di Sicilia subì in quell’occasione una pesante sconfitta che avrebbe potuto avere esiti catastrofici se Lotario non si fosse limitato ad essere incoronato da Imnocenzo II a Roma e quindi ritornare in Germania.

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    Ruggero colse l’occasione al volo e, con le restanti forze, attaccò i ribelli approfittando dell’assenza di Rainulfo e Roberto II di Capua e li sconfisse, tra i prigionieri eccellenti vi erano la moglie di Rainulfo e il figlio. La coalizione fu costretta ad arrendersi tra il giugno e il luglio del 1134 e Roberto fu espulso da Capua.

    Rainulfo, dapprima sottomesso capeggiò una seconda rivolta l’anno successivo ma le truppe regie erano pronte alla reazione e il nobile ribelle fu costretto a rinchiudersi in Napoli.

    Alla coalizione imperiale si accodarono Pisa, Livorno e i bizantini di Giovanni II Comneno preoccupati della potenza normanna e nel 1137 Lotario III ridiscese la penisola dal lato adriatico e fu raggiunto da Rainulfo e dagli altri ribelli. Dopo aver occupato Bari gli imperiali si concentrarono a Lagopesole e assaltarono Melfi costringendo Ruggero II alla fuga, in quella stessa città fu indetto un Concilio, il quinto della serie, dove fu deposto Anacleto II e delegittimato Ruggero a favore di Rainulfo di Alife.

    Al termine Lotario rientrò in Germania e Ruggero ripresosi dalla batosta occupò Capua e Napoli ma fu nuovamente sconfitto a Rignano Garganico da Rainulfo che però morì nel 1139 ponendo termine alla rivolta.

    Intanto Anacleto era morto lasciando Innocenzo II come il solo detentore del Soglio Pontificio, Ruggero chiese al pontefice il riconoscimento del titolo ma per tutta risposta il papa gli inviò contro un esercito dopo averlo scomunicato. Questa volta i papalini vennero sconfitti a Galluccio a fine luglio del 1139. Come conseguenza il papa lo investì del titolo di Re di Sicilia, del ducato di Puglia e del Principato di Capua (Rex Siciliae ducatus Apuliae et principatus Capuae) ma i confini non erano ancora ben definiti, fu solo con l’avvento del nuovo papa, Lucio II, che furono fissati, e questo avvenne nell’ottobre del 1144.

    Intanto, in attesa di definire i confini Ruggero II diffuse le Assise di Ariano che costituiva la nuova Costituzione del Regno di Sicilia, fu attivato anche il Catalogus baronum, l’elenco ufficiale dei baroni del regno, fondamento essenziale per il controllo del territorio e dei vassalli.

    Nella capitale, Palermo, fu eretta una magnifica corte, Ruggero II accolse sotto la sua protezione le migliori menti del tempo senza tener conto della fede o dell’etnia, e come nella sua corte, in tutto il regno fu ampia la tolleranza tra le varie genti, con lui la Sicilia divenne il cuore pulsante di tutto il Mediterraneo, non c’era nave o convoglio che potesse passare tra l’est e l’ovest senza essere sottoposto al controllo normanno.

    Vennero istituite diverse flotte che controllavano l’ampio specchio di mare e con quelle occupò una falce di terra sul continente africano che partiva da Tripoli fino a Bona in Tunisia che furono tenute fino al 1160.

    Partecipò alla Seconda Crociata con lo scopo di riprendere il progetto del Guiscardo, occupò Corinto e s’introdusse con l’esercito all’interno della Grecia, una flotta al comando di Giorgio di Antiochia si presentò davanti a Bisanzio minacciando da vicino la stessa vita dell’imperatore, al termine del conflitto Ruggero conservò il controllo dell’isola di Corfù ponendo un vincolo all’ingresso dei navigli nell’Adriatico.

    L’ultima sua impresa militare fu l’aiuto che concesse al papa Eugenio III a riprendersi il Soglio di San Pietro dopo che l’insurrezione di Arnaldo da Brescia l’aveva costretto ad abbandonare.

    Ruggero II chiuse gli occhi per sempre a Palermo il 26 febbraio del 1154 lasciando il regno nelle mani del quarto dei suoi figli, Guglielmo ma dalle seconde nozze con Beatrice di Reithel nasce Costanza d’Altavilla ……

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