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Padre Beniamino Miori

    Nascesti tra le valli di Trento per donare la tua vita a Dio e al Suo gregge, portasti la Sua parola tra bimbi e contadini, tra soldati che si combattevano uno contro l’altro.

    Quella terra che tanto amasti ora conserva le tue spoglie mortali mentre il tuo spirito contempla la grandezza dell’Altissimo.

    Quella gente a cui donasti il cuore oggi hanno donato a te il loro.

    Padre Beniamino, ecco i tuoi figli.

    Una grande piazza rettangolare con una chiesa e poche case formano il piccolo villaggio di Farinia nei pressi della foce del Tusciano su quelle che furono fino a pochi anni prima le rive del Lago Piccolo prosciugato dalla bonifica.

    La chiesa venne eretta nel 1938 e dedicata al Sacro Cuore di Gesù, a poca distanza, sulla sinistra, un’enorme complesso industriale che il cavaliere De Martino eresse per la lavorazione del tabacco, la SAIM, con un alta torre che sorregge due orologi nei lati.

    È in questo luogo che nel 1942 venne inviato Padre Beniamino Miori dal superiore della sua congregazione, gli Stimmatini, egli aveva svolto nelle sedi del nord importanti ruoli all’interno dell’ordine, aveva occupato le sedi di Verona, Piacenza, Capodistria, Gemona e altre ancora prima che fosse inviato a espandere la congregazione nel Sud, a Battipaglia.

    A lui venne affidata la parrocchia di Farinia, una nuova colonia agricola sorta qualche anno prima proprio sulle rive del Lago Piccolo prosciugato.

    La guerra per l’Italia stava andando male, le popolazioni erano stremate e padre Beniamino incontra a Farinia una comunità allo stremo e come un buon pastore diede inizio alla sua opera apostolare.

    La gente del posto era costretta a lavorare per l’intera settimana, lo stesso valeva per i fanciulli, la cosa non piacque al prete che si dispose ad insegnare il catechismo e aprire una scuola per i fanciulli acquistando credito anche presso il De Martino.

    Poi, una mattina di settembre del 1943 Farinia venne occupata dagli americani sbarcati sulla costa oltre le dune, padre Beniamino non potè assistere allo scempio perche fermato dai tedeschi a San Martino un paio di giorni prima, solo il 22 riuscì a raggiungere Farinia col cuore in gola e il pensiero rivolto ai suoi ragazzi.

    La chiesa era stata occupata dagli inglesi e solo dopo ripetute rimostranze ne riebbe il possesso, l’edificio aveva visto giorni migliori e i britannici non mossero un dito per aiutarlo al ripristino.

    L’inverno del 1943 lo trascorse dormendo nel campanile e durante il giorno si occupava di anime, non solo quelle dei contadini ma anche dei soldati americani oltre che dei prigionieri tedeschi e italiani del campo di prigionia di Sant’Antonio.

    Padre Beniamino per tutto il tempo che visse a Farinia ebbe pochi mezzi per la sussistenza e spesso pativa i morsi della fame, nello stesso stato vivevano i prigionieri e lui li esortava a resistere perchè la guerra non sarebbe durata per sempre.

    Fu uno questi prigionieri che divenne la sua spalla nell’opera di apostolato, il suo nome divenne famoso nel dopoguerra per le sue opere pittoriche, ne dipinse anche durante la detenzione in Italia e donò le sue opere alla chiesa di Farinia, il suo nome era Joseph Pausewang.

    Padre Beniamino, debilitato dalla fame e da una malattia invalidante sviene durante la celebrazione delle Prime Comunioni il 19 maggio 1946.

    il 23 maggio lasciò il suo corpo mortale per una polmonite fulminante a Salerno dove era stato condotto.

    Io fin’ora ho chiamato il villaggio Farinia ma tutti lo conosciamo come La Picciola, la SAIM c’è ancora ma è solo un rudere diroccato ma la chiesa è sempre lì, al centro della piazza, e ora ospita le spoglie di don Beniamino Miori in attesa che il processo di canonizzazione abbia termine.

    Ho scritto queste poche righe raccogliendo le informazioni sparse per il web, un gigante della fede come Beniamino Miori meriterebbe molto di più e io non sono che un umile cronista.

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